Le Nostre Proposte

Reddito di base universale

Ci avevano promesso la Flex security per farci ingoiare il Jobs Act.

Ci avevano detto che ciò che frenava crescita e benessere era l’impossibilità nel licenziare.
Qualcosa non ha funzionato!

E’ urgente introdurre un sostegno economico che sia universale, di base, incondizionato.
Siamo cittadine/cittadini, dunque abbiamo diritto a una vita libera e dignitosa anche quando siamo fuori dal mercato del lavoro.

Un reddito di base di questo tipo è utile, oltre che per garantire i consumi essenziali, anche come strumento che possa aiutarci a gestire le transizioni: dalla disoccupazione al lavoro; dal lavoro subordinato a quello autonomo; dal lavoro alla formazione – e viceversa; dal lavoro alla cura genitoriale/parentale, ecc.

 

Riduzione dell’orario e diritto alla disconnessione

La conquista del novecento (8 ore di lavoro – 8 di svago – 8 per dormire) è stata superata non tanto dalle “macchine”: essa risulta piuttosto depredata tramite la “tecnologia”.

Dal work-life balance, siamo passati al work-life “blending”: oggi i tempi di vita e quelli di lavoro sono, appunto, “mescolati” senza soluzione di continuità, siamo vittime di un “tempo di lavoro senza fine”.

A questo sistema “cronofago”, che sottomette il tempo di ogni lavoratore alla prepotenza della produzione, bisogna opporsi con forza, con una netta distinzione fra tempo del lavoro e tempo privato, riaffermando il diritto alla disconnessione e al proprio tempo libero.

 

Aumento dei salari

Occorre anche aumentare i salari perché negli ultimi tre decenni, le politiche contro il lavoro hanno determinato, tra gli altri, un notevole abbassamento del livello dei nostri salari, stipendi e compensi. Non è un caso che le dinamiche salariali siano state fortemente “rallentate”, allo stesso modo di come non sono incidenti della storia l’alto tasso di disoccupazione, la sotto-occupazione, etc. Il sacrificio dei salari è stato imposto sull’altare delle esigenze antinflattive, utile per rendere l’export più competitivo (almeno di alcuni, ben noti, Paesi). La riduzione dell’orario non può, dunque, slegarsi da una lotta sull’aumento dei livelli salariali, anche perché si potrebbe arrivare al paradosso per cui determinate categorie di lavoratori, avendo più tempo per loro stessi, non avrebbero risorse sufficienti per impegnarlo proficuamente ad esempio, per viaggiare, per frequentare un corso di formazione o, più banalmente, per iscriversi in palestra.

 

Job guarantee

Tra le crisi aggravate dalla pandemia, dai cambiamenti climatici, dal razzismo sistemico e dall’estrema disuguaglianza economica, una garanzia statale di lavoro può essere la pietra angolare di un’economia inclusiva, fiorente e sostenibile.

Garantendo che ogni persona che vuole lavorare possa avere un lavoro salariato con tutti i benefici, una garanzia statale di lavoro eliminerebbe la disoccupazione involontaria, ridurrebbe le disuguaglianze razziali, diminuirebbe la povertà e alzerebbe la soglia per tutti i lavoratori a basso salario, costruendo al contempo più forti e comunità più verdi.

Una garanzia di lavoro significa che il governo italiano garantirebbe che ogni persona in età lavorativa abbia accesso a un lavoro. Buoni posti di lavoro con salari dignitosi, condizioni di lavoro sicure e altri benefici e pieni diritti dei lavoratori, comprese le tutele sindacali. I lavori sarebbero lavori pubblici che sono su progetti che forniscono benefici pubblici.